SIDS, morte in culla: Come prevenirla?

Una tragedia immane, trovare il proprio bambino privo  di vita in modo assolutamente inspiegabile ed improvviso, senza alcun segno premonitore. Parliamo della morte in culla, SIDS in acronimo. Si può prevenire e come?

Cos’é la SIDS?

Con questa sigla si indica la Sindrome della morte improvvisa del neonato, conosciuta anche come “Morte in culla”. Stiamo parlando evidentemente di episodi drammatici quanto inspiegabili.

Nonostante tutte le possibili indagini rispetto all’anamnesi, la storia del bambino, anche le autopsie eseguite, gli scienziati non sono riusciti a dare una spiegazione plausibile alla Morte in culla.

Delle cause parleremo, quindi, solo in via presuntiva più avanti ma per ora definiamo meglio il problema. Si tratta di eventi che hanno una incidenza per fortuna in netto calo. Alcuni anni addietro la morte in culla aveva un’incidenza di 1-1,5 casi ogni 1000 bambini nati sani entro il primo anno di età.

Al momento attuale i casi si sono almeno dimezzati, arrivando ad un caso ogni 2000 bambini. Ciò significa che i casi che si verificano al momento attuale sono quantificabili in 240-250 all’anno, un numero comunque preoccupante per quanto anche un solo bambino morto è già troppo.

La SIDS colpisce indifferentemente in qualsiasi periodo della giornata e può avvenire nella culla, sul passeggino, sul divano e in taluni eventi accaduti, persino in braccio. Si nota una maggiore incidenza (del 60%) nei maschi e soprattutto nel periodo invernale.

L’evento è improvviso, senza alcun segno premonitore o preoccupante in alcun modo. Il bambino semplicemente smette di respirare e il cuore di battere senza segno di sofferenza. Naturalmente la SIDS deve essere differenziata dal soffocamento e dallo schiacciamento o strangolamento, è un evento a se stante.

Cause della Morte in culla

Come abbiamo detto non esistono spiegazioni scientifiche per la SIDS. Esistono, però, alcune ipotesi e tra queste la maggiormente accreditata è che l’evento sia legato a difetti nella capacità del bambino nel controllo fisiologico della respirazione e del battito cardiaco, dovuto forse a difetti del tronco encefalico che, però, non sono stati dimostrati dalle autopsie eseguite.

La finestra temporale di maggior rischio sono i primi 3-4 mesi di vita che rappresentano la prevalenza dei casi di decesso per SIDS. Esisterebbe comunque una maggiore vulnerabilità evidenziata da fattori scatenanti come il dormire a pancia in giù o per l’uso in gravidanza di fumare anche oltre al primo trimestre o il bere alcoolici, sempre da parte della mamma soprattutto nei primi tre mesi di gestazione.

E’ stata riscontrata statisticamente anche una maggiore incidenza di morte in culla in bambini i cui genitori fumino, anche non necessariamente in camera o in casa.

Si può prevenire la morte in culla?

Neonatologi e pediatri di tutto il mondo si trovano concordi nel suggerire alcuni comportamenti che si dimostrerebbero efficaci nella prevenzione della morte in culla.

Il primo è di far dormire il bambino, almeno fino all’anno di età, sulla schiena, su materasso rigido e senza cuscino. Raccomandabile anche non lasciare al bambino a nanna bambole, peluche e non mettere alla culla o lettino paracolpi.

E’statisticamente provato che l’allattamento al seno riduce significativamente il rischio di SIDS e lo stesso anche con allattamento misto, sebbene in misura minore.

E’raccomandato o quantomeno approvato far dormire il bambino nella stessa camera dei genitori ma in letti separati. Questo aumenta la possibilità di sorveglianza del bambino.

E’ stata provata anche una correlazione tra la SIDS e una ecessiva copertura del bambino. La temperatura della stanza dovrebbe stare tra i 18 e i 20 gradi e il bambino dovrebbe essere poco coperto, ancora meno in caso di febbre per favorire la dispersione termica.

Si ritiene che la riduzione dell’incidenza dei casi di SIDS sia legata ad una maggiore attenzione e rispetto di queste poche e semplici norme di comportamento.